Organizziamo la sicurezza nella scuola
Bruno Sozzi
Scuola e cultura della sicurezza.
Lo specifico della scuola è di essere nel contempo luogo di lavoro per il personale docente e non docente e luogo di formazione dei futuri cittadini-lavoratori a una cultura della prevenzione dei rischi, con la peculiarità organizzativa di dipendere da due complementari responsabili: il proprietario dei locali, tenuto a fornire strutture e impianti a norma, soggetti alle necessarie manutenzioni ordinarie e straordinarie (antincendio, antisismica, per l’accoglienza dei diversamente abili), e il dirigente scolastico, gestore e organizzatore di un ambiente idoneo all’apprendimento.
Il mancato chiarimento è evidente se si considera che il d.m. 382/1998 è stato portato a conoscenza delle scuole con la c.m. 119/1999, i cui contenuti ripercorrono genericamente quanto scritto nel decreto ma che in premessa annuncia: “È appena il caso di sottolineare che le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro rappresentano, prima ancora che un obbligo di legge con la serie di adempimenti che ne conseguono, un’opportunità per promuovere all’interno delle istituzioni scolastiche una cultura della sicurezza sul lavoro, per valorizzarne i contenuti e per sollecitare il coinvolgimento e la convinta partecipazione di tutte le componenti scolastiche in un processo organico di crescita collettiva, con l’obiettivo della sicurezza sostanziale della scuola, nel presente, e della sensibilizzazione, per il futuro, a un problema di fondamentale rilevanza.(…) È nella stessa ottica che vanno impostate l’informazione e la formazione rivolte ai lavoratori della scuola e, per quanto richiesto, agli stessi studenti. Infine, al di là delle prescrizioni normative, è indispensabile realizzare un generale coinvolgimento e una comune presa di coscienza di operatori scolastici e alunni sulla sostanziale valenza educativa delle tematiche sulla sicurezza e sui comportamenti che, coerentemente, vanno adottati”.
Anche gli interventi successivi del Miur ribadivano di “non limitarsi a interventi e adempimenti di carattere meramente formale ovvero a iniziative sporadiche e occasionali”, suggerendo interventi sistematici, non sull’onda di emergenze, ma espressione dell’intenzionalità educativa, collegiale e condivisa (c.m. 122/2000, La cultura della sicurezza).