Gli accertamenti anagrafici e le modalità di esecuzione
Nicola Corvino
Per individuare la residenza di una persona assume rilievo la situazione oggettiva ovvero la permanenza in un determinato luogo per un lasso di tempo prolungato apprezzabile senza la necessità che risulti prevalente sotto il profilo quantitativo, attesa la rilevanza non inferiore dell’elemento soggettivo caratterizzato dalla volontà di stabilirvisi abitualmente.
L’iscrizione anagrafica, quale registrazione amministrativa della residenza, come intesa dall’art. 43 del codice civile, costituisce un diritto soggettivo non vincolato ad alcuna condizione, se non per espressa previsione normativa[1].
La residenza, per quanto codificata ed inoltre regolamentata dalla specifica disciplina anagrafica, risente della mancanza di parametri precisi per determinarne con esattezza e puntualità la sua sussistenza.
Essa, nel rispetto della norma codicistica, è rappresentata dalla generica dimora abituale del soggetto interessato in una località ben definita e, quindi, si fonda sul concorso di due elementi, di cui uno di carattere soggettivo e l’altro di natura oggettiva. Il primo è rappresentato dalla manifestazione di volontà espressa dall’interessato ed il secondo dalla reale situazione di fatto (res facti).
La Corte di Cassazione ha avuto modo di sostenere che non esiste una residenza solo animus, ovvero caratterizzata dalla sola volontà dell’interessato, non supportata dall’elemento oggettivo, [2] e che l’abitualità della dimora si manifesta con la reiterazione di
atti, comportamenti, relazioni sociali, familiari ed affettive in un determinato ambito spaziale.
La medesima Corte, con sentenza n. 565 del 2 aprile 1965, ha affermato un altro principio sempre attuale: “La residenza, come dimora stabile di una persona, è data dall’elemento oggettivo della permanenza nel luogo, la quale non è incompatibile con eventuali allontanamenti, anche se frequenti e di una certa durata, e da quello soggettivo della volontà di rimanervi; quest’ultimo elemento è di regola compenetrato nel fatto di dimorare abitualmente in un determinato luogo per cui, in mancanza di prova contraria, si deve presumere che chi dimora abitualmente in un luogo vuole avere ivi la sua residenza”…