L’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nelle aree interne: una strategia per il rilancio del territorio
Nicolò Marchesini, Monia Giovannetti, Luca Pacini
Quasi la metà dei progetti del Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) al 2017 insiste su territori classificabili come aree interne, quindi su territori marginali rispetto ai centri produttivi e di servizi del territorio italiano. Una delle specificità del Sistema SPRAR è, però, quella di mettere in rete in maniera sinergica i vari attori presenti sul territorio (Istituzioni, aziende, terzo settore, e cittadini), rispondendo non solo alle necessità dei beneficiari accolti, ma intercettando
anche le necessità del territorio. Attraverso la formazione continua degli operatori, la creazione di partnership sul territorio tra settore pubblico e privato, la formazione e lo sviluppo di competenze nei beneficiari dei progetti, nonché il sostegno delle istituzioni territoriali, è possibile instaurare circoli virtuosi a livello locale per trasformare l’accoglienza integrata SPRAR in un’opportunità di crescita e sviluppo sia individuale (per il beneficiario) che collettiva (per il territorio e la popolazione
residente), permettendo alle aree interne di tornare ad essere centrali nello sviluppo del Paese.
Introduzione
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), in quanto sistema nazionale di seconda accoglienza, è composto da una rete strutturale di Enti locali che, accedendo al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA) nei limiti delle risorse disponibili, realizzano progetti di accoglienza integrata destinati a richiedenti protezione internazionale, rifugiati, titolari di protezione sussidiaria e umanitaria, e minori stranieri non accompagnati (SPRAR, 2015 e 2018). Essendo composto dagli Enti locali italiani (in primis Comuni, ma anche aggregazioni di Comuni di diversa natura e Province), lo SPRAR cerca di valorizzare le specificità di ogni singolo territorio in modo da renderle centrali nei percorsi di integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati.
Nel panorama nazionale socio-economico letto come policentrico, cioè “un territorio caratterizzato da una rete di comuni o aggregazioni di comuni (centri di offerta di servizi) attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale” (pag. 1, DPS, 2013), un ruolo particolare lo giocano le aree interne, per le quali è stata sviluppata e tutt’ora in corso la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) [3] per il periodo 2014-2020 (DPS, 2013 e 2014).