Adolescenti resilienti e responsabili
Andrea Bilotto
L’emergenza portata dal Covid-19 nel 2020 ha stravolto la vita di ognuno di noi, mettendoci a dura prova sotto tanti punti di vista, ma sorprendentemente chi ha reagito meglio in questo periodo sono stati soprattutto gli adolescenti, abili a riorganizzarsi per costruire una nuova quotidianità in una dimensione di tempo estremamente dilatata. Parlare di adolescenza oggi significa interfacciarsi con un mondo spesso poco conosciuto e stereotipato, in cui la complessità è stata ridotta a una sterile semplicità.
L’adolescenza negli ultimi tempi è stata divisa, frammentata, è scomparsa dalle agende politiche e sociali, svuotata del suo fondamentale significato evolutivo e socio-culturale. Eppure, mai come oggi, c’è bisogno di comprendere a fondo questo particolare momento della vita, c’è bisogno di parlare non di adolescenza, ma di adolescenze, dei loro nuovi significati e linguaggi.
L’allungamento di questi anni di passaggio, in cui l’individuo inizia ad assumere consapevolezza rispetto a se stesso, agli altri, al mondo che lo circonda e l’intreccio spesso inscindibile con le nuove tecnologie, non può che porre la comunità educante di fronte a una serie di evoluzioni.
L’adolescenza è certamente da sempre considerata una fase esistenziale cruciale per lo sviluppo della nostra identità. Il quadro psicologico che caratterizza questa fase della vita è infatti estremamente mutevole: incertezza e instabilità spesso prevalgono, in un corollario di stati d’animo che contemplano anche forti tensioni emotive e atteggiamenti a volte contraddittori