Come applicare correttamente le norme edilizie ed urbanistiche
Claudio Belcari
Nel complesso quadro normativo che disciplina la materia urbanistico-edilizia, la difficoltà degli operatori nell’individuare la corretta applicazione può essere superata, oltre che dalla presenza di eventuali fonti di interpretazione autentica, dalla conoscenza delle disposizioni giuridiche che regolano il rapporto dinamico fra le leggi statali e regionali e dalla conoscenza dei criteri interpretativi, fra i quali negli ultimi anni ha trovato valorizzazione quello teleologico.
In relazione al complesso quadro normativo che regola la materia urbanistico-edilizia è evidente la sempre maggiore difficoltà di orientamento interpretativo ed applicativo, da parte degli operatori del settore, e questa è dimostrata dal rilevante carico di contenzioso in corso presso gli organi di giustizia amministrativa, penale e civile.
Infatti, gli operatori della materia, indipendentemente dal ruolo svolto, nell’esercizio della propria attività si trovano quotidianamente a dover effettuare interpretazioni normative di vario genere e per potersi orientare al meglio nell’applicazione più corretta è necessario che conoscano i principi giuridici fondamentali che disciplinano la materia.
Fonti di interpretazione autentica primaria e secondaria
Le fonti di interpretazione autentica sono quelle che provengono dallo stesso legislatore per chiarire il significato di norme preesistenti e si suddividono:
• da fonte primaria;
• da fonte secondaria.
Da fonte primaria, sono quelle effettuate con atti normativi di pari grado della norma originaria, ad esempio con decreto legge o decreto legislativo.
Da fonte secondaria, sono quelle effettuate con l’emanazione da parte del legislatore di circolari applicative.
Le circolari
Le circolari esplicative delle norme edilizie ed urbanistiche costituiscono fonti di interpretazione autentica di carattere secondario e secondo gli indirizzi giurisprudenziali, ad esempio la sentenza della Cassazione penale, sez. III, del 25 giugno 2012, n. 25170, “la circolare interpretativa viene definita un atto interno alla pubblica amministrazione che si risolve in un mero ausilio interpretativo e non esplica alcun effetto vincolante, non solo per il giudice penale, ma anche per gli stessi destinatari, poiché non può comunque porsi in contrasto con l’evidenza del dato normativo.”.
Il rapporto giuridico dinamico fra la legge nazionale e quella regionale
Nel settore urbanistico-edilizio ed interferenti materie di settore a regime speciale, siamo in una fase storica di intensa attività di iniziativa legislativa statale, che ha la finalità di cercare di favorire la rivitalizzazione dell’attività edilizia e concorrere in generale a contrastare la crisi economica di tipo strutturale in cui versa il nostro Paese.
In relazione all’ordinamento giuridico definito dalla riforma del 2001, il d.P.R. 380/2001 costituisce il riferimento nella disciplina delle materie rientranti nella legislazione di esclusiva competenza dello Stato, quindi per quelle di carattere c.d. “primario” che hanno un’unica ed identica disciplina in tutto il territorio nazionale, quale ad esempio la normativa penale in materia di abusivismo edilizio.