Il bilancio sociale come strategia comunicativa
Stefano Stefanel
Il Bilancio sociale costituirà per le scuole un’occasione per affinare od organizzare una comunicazione coerente, mirata e di senso. Per questo acuirà, di molto, le differenze tra le scuole, che presentano enormi divari sia in termini di efficacia sia in termini di efficienza sul versante della comunicazione e dell’accountability. Esistono comunque problemi di non poco conto per questa nuova modalità comunicativa, che non è nelle attuali competenze delle scuole. È successo, infatti, che le scuole hanno sì introiettato il concetto cardine introdotto in Italia da Pietro Romei, e cioè che l’organizzazione scolastica ha legami deboli e su questi legami deboli deve inserire molta progettazione, ma lo hanno fatto trasformando anche i progetti in adempimenti.
La vocazione verso la burocrazia e la passione (spesso ‘sfrenata’) per le procedure amministrative sono i convitati di pietra del bilancio sociale.
L’attrazione fatale verso l’algoritmo amministrativo (cfr. De Anna in questo numero della Rivista) verso la burocrazia e la cultura dell’adempimento come atto formale e dovuto hanno trasformato le scuole in centrali di comunicazione inefficace.
I siti scolastici trasudano di agiografia, autocelebrazioni, circolari e non riescono quasi mai a dare un reale spaccato della scuola, pur avendo quella funzione. Mentre le scuole lodano se stesse si moltiplicano sulla stampa e sui social notizie allarmanti su situazioni negative (docenti che molestano le studentesse, genitori che picchiano i docenti, dirigenti condannati per uso privato di beni pubblici, ecc.) cogliendo alla sprovvista gli operatori della scuola, travolti da una esposizione pubblica sempre scandalistica e aggressiva.
Le scuole amano la burocrazia, ma non la comunicazione: una cartina di tornasole sono certamente i Piani Nazionali di Formazione sia sul versante docente, sia soprattutto su quello amministrativo, dove non paiono proliferare le attività formative di tipo comunicativo. Invece il bilancio sociale è comunicazione, non attività ragionieristica e soprattutto non adempimento.
Laddove perciò l’impegno delle scuole viene messo nella burocrazia e negli adempimenti è molto difficile che uno strumento delicato e sofisticato come il bilancio sociale possa trovare competenze in chi dovrebbe redigerlo.
I tre ostacoli principali alla redazione di un bilancio sociale partecipato nelle scuole sono tre adempimenti che comportano
un grande lavoro delle scuole e hanno un’utilità molto bassa e una penetrazione comunicativa pressoché nulla: programma annuale, bilancio consuntivo, relazione di accompagnamento alla contrattazione integrativa.