Il contrasto allo spopolamento: criteri di pianificazione e misure giuridiche
Marcos Almeida Cerreda
Dal punto di vista demografico, il XX secolo, nella maggior parte dei Paesi d’Europa, è stato caratterizzato, insieme ad altri fattori (come l’invecchiamento), dalla concentrazione della popolazione in talune città, soprattutto in quelle costiere o che costituivano centri amministrativi o economici rilevanti. Ciò ha provocato un forte squilibrio nella distribuzione territoriale della popolazione, il che è stato considerato pregiudizievole per il corretto sviluppo delle società nazionali. Così, a partire dal XXI secolo, hanno iniziato a diffondersi politiche statali ed europee finalizzate al contrasto del fenomeno.
Dopo vent’anni di sperimentazione di tali politiche, è giunto il momento di analizzarne i risultati, in vista dell’elaborazione di una nuova generazione di strumenti, capaci di combattere in maniera efficace lo spopolamento rurale del nostro continente.
Questo è un tempo particolarmente favorevole per tale riflessione, nonché per la formulazione e l’adozione delle nuove strategie; infatti, dopo l’isolamento imposto dalla battaglia contro la pandemia provocata dalla SARS-CoV-2, molte persone si sentono disposte a lasciare le città per trasferirsi nelle aree rurali, dove possono beneficiare di una maggiore protezione nel caso di futuri focolai di questa o altre malattie e giovarsi di una migliore qualità della vita, sia in condizioni straordinarie, sia in condizioni ordinarie.
In via preliminare, da una prima analisi, emergono le conclusioni sinteticamente esposte qui di seguito, alcune delle quali, come si preciserà tra poco, saranno oggetto di approfondimento nei vari articoli del presente numero di questa Rivista.