Dall’Ucraina parte un sottile filo …
Antonio Vespignani
Non è facile occuparsi di appalti pubblici in un tempo in cui l’Europa e il mondo intero sono squassati dal conflitto che infiamma l’Ucraina. Ma una guerra (altro che “operazioni militari”…) non è mai senza conseguenze, nemmeno per chi si trova a migliaia di chilometri di distanza e nemmeno per ambiti, almeno in apparenza, totalmente separati.
Se fosse possibile astrarsi anche solo per un momento dalla tragedia umanitaria immane che ha investito il popolo ucraino, sarebbe forse possibile scorgere il nesso sottile (solo in un primo tempo impercettibile) che collega le drammatiche e dolorose vicende dell’Est Europa con gli argomenti che questa rivista tratta.
Non è un caso che da questo conflitto sia scaturito una ulteriore, vertiginosa impennata dei prezzi di gas, petrolio, metalli e altre materie prime, con pesantissime ripercussioni per l’economia di tutto il continente.
In particolare, la guerra ha accentuato una gravissima crisi energetica, per la verità già in atto da qualche mese. Per il nostro Paese, poi, l’impatto del caro-energia sulle attività economiche è stato ancor più evidente, provocando un rallentamento produttivo estremamente preoccupante. In quest’ottica, forte è la spinta verso una sostanziale riscrittura dello stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza e di un suo allungamento temporale, parallelamente ad una ridefinizione degli obiettivi del Piano stesso, che si vorrebbero maggiormente orientati sul fronte della transizione ecologica.
Come si vedrà, le ripercussioni sui contratti pubblici dell’aumento dei prezzi delle materie prime, da un lato, e l’attuazione del PNRR, dall’altro, sono in realtà i temi sui quali si è concentrata l’attenzione del nostro legislatore anche nel periodo antecedente lo scoppio delle ostilità in Ucraina. È quindi da attendersi che entrambi questi versanti saranno oggetto della prossima produzione normativa, come pure non è difficile prevedere che la gestione dell’interrotto flusso di profughi provenienti dalle terre martoriate dai combattimenti richiederà il ricorso a procedure emergenziali, derogatorie rispetto a quelle ordinarie.