Educare a vivere: il mestiere dei fiaschi
Eraldo Affinati
L’insegnante spezza il pane dell’istruzione. Distribuisce le carte: mentre lo fa, tiene gli occhi fissi su chi le riceve.
Assegna le parti. Non trattiene niente per sé. È una ciotola senza fondo. Il marmo da divellere. Un fiore tra le pagine. Resta sempre in equilibrio fra domanda e risposta. Rischia tantissimo perché il suo, come scrisse il priore di Barbiana, è il mestiere dei fiaschi.
Quando precipita, si rimette in piedi e ricomincia. Punta in alto. Continua ad alzare l’asticella. Prima offre a tutti le maschere, dei buoni e dei cattivi, poi le stacca dal volto, una per una. Disegna e cancella. Scolpisce e distrugge. Prova le voci. Evoca i fantasmi. Esplora il passato. Compone il futuro. Chiama a raccolta. Guida e ascolta. È presente e assente. Sta di fianco e di fronte all’allievo. Mostra le proprie fragilità. Non si vergogna di sbagliare. Sente che il terreno gli trema sotto i piedi eppure accetta la sfida. È il maestro dei limiti, lo stregone delle competenze, il mago delle convenzioni, l’esperto degli artifici, ma non si lascia sbarrare la strada dal programma.
Anima il Grande Gioco. Edifica la casa comune. Brucia le impalcature. Svela i trucchi. Indica le scorciatoie ma ti conduce sulla strada maestra. Conosce i simulacri della sapienza. Affida le sue parole al vento. Parla a nome del padre e soffre al posto suo. È al servizio dei morti perché vuole bene ai vivi. Mentre ti affronta, confessa se stesso.
Abita un luogo verbale e tuttavia evita di pagare l’affitto, come se le sue parole fossero strumentali: vuole diventare il legittimo proprietario dell’esperienza da cui scaturisce ciò che dice. In questo è uguale allo scrittore: solo i ragazzi lo sanno, anche se non sarebbero in grado di esprimerlo. Regala a molti l’attenzione che ha ricevuto da pochi. Intercetta l’energia di alcuni e la orienta su altri. Quando spiega, scopre gli ingranaggi. Trattiene le lacrime. Proclama la Storia. Rifugge dal carisma. Ama le differenze. Accetta la controversia. Certifica i valori esibiti ma va alla ricerca di quelli nascosti. Sin dall’inizio sa che, in un modo o nell’altro, è destinato a scomparire.