Cambiare paradigma. Fondazioni e enti filantropici alla prova della collaborazione
Carola Carazzone
Negli ultimi dieci anni il mondo è cambiato radicalmente e sta continuando a cambiare a ritmo sostenuto. Per il nostro Paese, il 2008 ha segnato l’inizio di una crisi economica che si è rivelata anche politica e culturale e ha portato alla fine di un’epoca.
L’Italia ha oggi di fronte sfide ambientali, culturali, economiche, politiche e sociali, complesse e intersettoriali e deve prendere in mano il suo futuro gestendo proattivamente i fenomeni in atto. A tal fine è necessario cambiare modello di riferimento di valori fondamentali. Parafrasando il titolo dell’ultimo libro di Mauro Magatti è necessario cambiare paradigma, cambiare l’approccio prospettico e le regole del gioco.
È fondamentale a riguardo il dibattito in corso sulla necessità di un cambio di paradigma per il welfare: dai vecchi paradigmi del welfare capitalism – welfare come bene privato – e del welfare state – welfare come bene pubblico – per un nuovo paradigma di welfare integrato di comunità – welfare generativo come bene comune. In particolare, vorrei con questo articolo partecipare al dibattito, ampiamente trattato anche sul numero 2/2018 di Welfare Oggi, sulla necessità del superamento, nell’ambito del rapporto tra Enti pubblici e Enti di Terzo settore, dell’attuale paradigma competitivo verso un nuovo paradigma collaborativo, approfondendo quale potrebbe essere su questo tema, anche alla luce della Riforma del Terzo settore, il contributo delle fondazioni e degli enti filantropici. Nella prospettiva di un nuovo welfare, non più basato unicamente sulla famiglia, sull’azienda o sullo Stato, ma capace di mettere la persona al centro di una rete, di un sistema composito in cui enti pubblici, imprese, fondazioni ed enti filantropici, enti del terzo settore e persone fisiche sono partner in processi collaborativi, generativi e inclusivi di creazione di capitale sociale e sviluppo umano e sostenibile per il nostro Paese, la filantropia istituzionale ha una nuova identità e un nuovo ruolo politico e sociale da giocare.