Gestione dell’accesso civico generalizzato: una checklist per guidare gli uffici pubblici
Massimo Di Rienzo e Andrea Ferrarini
Il panorama normativo italiano contempla diversi meccanismi di accesso a dati e documenti detenuti dalla pubblica amministrazione. L’accesso civico generalizzato è il più recente e, per molti versi, anche il più controverso dei meccanismi di accesso
La libertà di accesso è nata nei Paesi scandinavi circa 250 anni fa. È stata adottata dalla gran parte dei Paesi occidentali a partire dallo scorso secolo per permettere alle democrazie di evolvere attraverso la partecipazione dei cittadini e per metterne a nudo le debolezze attraverso il controllo.
La libertà di accesso è un meccanismo di alta orologeria: gli ingranaggi che la governano devono essere tutti al posto giusto e ben manutenuti, altrimenti rischia di non funzionare o di non avere sostanziali effetti rispetto agli scopi che persegue.
Questi ingranaggi sono regole che nel tempo i governi hanno cominciato a chiamare FOIA, ovvero Freedom of Information Act, dal nome che è stato dato negli Stati Uniti alla norma che assicura la libertà di accedere a dati e informazioni detenute dalla pubblica amministrazione.
Con una certa enfasi è stata richiamata la vicinanza, se non la sovrapposizione, dell’ACG italiano ai FOIA. L’ACG riconosce, infatti, a chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, l’accesso ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati, e salvi i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall’ordinamento.
Nella gestione di questo particolare procedimento, l’opportunità di alimentare partecipazione e controllo diffuso a beneficio della collettività spesso confligge con la necessità di tutelare interessi pubblici e privati.
Il legislatore ha individuato esclusioni e limiti all’accesso ma non ha fornito particolari strumenti per la gestione del processo decisionale che spesso risulta estremamente dilemmatico e altamente discrezionale.
Per questo, Massimo Di Rienzo e Andrea Ferrarini fondatori di @spazioetico, hanno recentemente pubblicato per l’editore Maggioli, un Manuale operativo sull’accesso civico generalizzato.
L’opera, che ha un taglio spiccatamente operativo, mira a supportare ed orientare dipendenti pubblici e amministrazioni alle prese con la complessità della gestione delle istanze di accesso civico generalizzato. Se la discrezionalità non può essere eliminata, tuttavia, si può garantire che essa venga esercitata attraverso un processo logico e consequenziale che assicuri coerenza con l’attuale normativa, nonché fondatezza e tracciabilità al provvedimento finale.
Il manuale operativo contiene:
- La checklist per gestire in maniera logica, controllabile e replicabile le istanze di accesso civico generalizzato;
- Il test di pregiudizio, che serve a valutare la presenza e misurare la concretezza dei pregiudizi ad interessi pubblici e privati;
- Il test di interesse pubblico che serve a valutare le opportunità di partecipazione e controllo diffuso;
- Un metodo per bilanciare le opportunità ed i rischi generati dall’accesso alle informazioni;
- Scenari, casi di studio, esempi per affrontare in modo concreto i problemi ed applicare correttamente gli strumenti;
- Un approfondimento concettuale sull’accesso civico generalizzato che parte dalle origini e guarda al futuro della trasparenza in Italia.
In questo articolo gli autori propongono un estratto del Manuale operativo con cenni sul procedimento, sulle similitudini e differenze con l’accesso documentale ex legge 241/1990 e sul ruolo del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza nel procedimento.