La città, nuova frontiera del diritto amministrativo?
Jean-Bernard Auby
L’ammissione di una nuova idea al rango di concetto strutturante di un corpus giuridico si realizza tramite il diritto positivo, la giurisprudenza o la dottrina (o tramite l’insieme di questi ingredienti).
La prima ipotesi è la più naturale e legittima. La seconda tocca, evidentemente, la questione della creazione del diritto da parte dei giudici, ma essa non è né eccezionale né anormale. La terza presuppone che il concetto proposto riunisca opportunamente
un gruppo di realtà giuridiche sufficientemente omogenee e distinte dal proprio contesto. Il concetto di origine dottrinale può trovarsi consacrato, in un secondo momento, dal diritto positivo. Questo è il cammino che ha più o meno seguito, per esempio, la nozione di servizio pubblico. Può anche restare una nozione teorica, alla quale il diritto positivo non si riferisce esplicitamente, ma che conferma nel tempo di costituire una struttura ben percepibile del diritto: per esempio, la nozione di autorità amministrativa, quella di persona pubblica, non costituiscono che apparizioni episodiche nel diritto e nella giurisprudenza, ma nessuno nega, per questo, che esse corrispondano a delle realtà identificabili e strutturanti del diritto amministrativo.
Questa considerazione preliminare, che può giudicarsi un po’ semplice, non è però inutile per affrontare l’oggetto che ci siamo fissati come obiettivo da definire qui: quello dell’esistenza di un concetto efficace di diritto della città all’interno del diritto pubblico, quello della città come una sorta di nuova frontiera del diritto amministrativo.
Né la città, né il concetto di diritto alla città sono previsti nel firmamento di qualche testo. Nonostante che l’ambiente urbano, l’urbanizzato o la città stessa, facciano delle apparizioni regolari nella legislazione. Né il concetto di città né quello di diritto alla città sono delle nozioni che strutturerebbero questa o quella giurisprudenza di una qualche portata: allo stesso modo sia l’ambiente urbano, sia l’urbanizzazione, sia la città stessa fanno delle apparizioni regolari sulla penna del giudice amministrativo.
È quindi proprio attraverso la dottrina, almeno per ora, che i concetti di città e di diritto della città potrebbero imporsi a un livello alto nell’attuale configurazione del diritto amministrativo.
Il nostro proposito è di dimostrare qui che ci sono tutte le qualità richieste perché questo avvenga. Tenteremo di farlo nel seguente modo. Il punto di partenza della riflessione ci sembra debba essere semplicemente la conquista del potere della realtà “città”. Ma non ci si può accontentare di constatare ciò: l’importanza sociale, economica o politica di una realtà non garantisce che il diritto la consacri in quanto tale come una delle sue nozioni chiave. È probabile infatti che il diritto la ricomprenda attraverso costruzioni che scompongono o disallineano proprio ciò che la realtà sociale, economica e politica mette in luce. Non si può negare, per esempio, che il mercato sia da molto tempo un’idea fondamentale per comprendere il mondo reale: tuttavia, almeno fino allo sviluppo attuale del diritto alla concorrenza, non aveva uno statuto corrispondente nel mondo del diritto.
C’è poi una seconda verifica da fare. Concretamente, ciò di cui stiamo difendendo la consacrazione a livello dottrinale, riunisce invero realtà giuridiche che si manifestano in maniera meno evidente se non vi si fa riferimento. In altre parole, occorre che le realtà che si pretendono di esprimere attraverso questo concetto presentino un certo grado di coerenza, si distinguano senza troppe difficoltà dalle realtà giuridiche vicine, lascino trasparire una logica comune, o si rivelino soggette a principi comuni.
Questo è ciò che ci sforzeremo di verificare con riguardo alla città e al diritto della città. Ci sforzeremo, poi, di rispondere a diverse possibili obiezioni, prima di illustrare le priorità del progetto di ricerca che la nostra analisi ci spinge a ritenere un
sviluppo auspicabile al fine di confermare e rinforzare il corpus della città e del diritto alla città.