Le concessioni cimiteriali
Stefano Paoli
La natura giuridica delle concessioni
La disciplina delle concessioni cimiteriali trova la sua fonte del diritto primaria, oltre che nel d.P.R. 285/1990 e nelle disposizioni contenute nel codice civile, anche nelle leggi regionali e nei regolamenti comunali. Infatti, l’art. 823 c.c. stabilisce che i beni che fanno parte del demanio pubblico sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non con le modalità e nei limiti stabiliti dalla legge.
Il successivo art. 824 individua, fra questi beni anche i cimiteri (e i mercati comunali) ma a condizione che appartengono ai comuni.
Di conseguenza, rientra nelle competenze comunali la tutela e la gestione dei cimiteri: pertanto, il comune, quale titolare della demanialità dei cimiteri ha la facoltà di concedere ai privati o agli enti l’uso di aree per la costruzione di sepolcri a tumulazione, facoltà il cui esercizio, oltre che rimanere discrezionale, è subordinata alla preventiva ed espressa previsione di tali aree secondo quanto dispone il piano regolatore
cimiteriale (Cons. Stato, sent. n. 5505/02).
Oggetto delle concessioni cimiteriali sono le tombe a terra, le tombe di famiglia, i loculi, le urne cinerarie, gli ossari mentre i soggetti interessati sono il concedente, cioè il comune, il concessionario, cioè il titolare della concessione e gli “utilizzatori finali”.