L’evoluzione dei piani di riequilibrio finanziario pluriennali
Vincenzo Giannotti
Esaminiamo, in modo dettagliato, i diversi interventi del legislatore sulla rimodulazione dei piani di riequilibrio pluriennali, segno di una difficoltà di ricondurre a regime una procedura complessa che strada facendo ha mostrato diversi punti di oggettiva difficoltà al suo rispetto, anche a fronte di specifici interventi sollecitatori da parte degli stessi enti locali, ovvero della stessa ANCI. Tali modifiche, se da un lato hanno dato ossigeno agli enti locali che hanno creduto sin dall’inizio in tale strumento, dall’altro lato stanno creando specifici malumori da parte della magistratura contabile che ha in due diverse occasioni chiesto la verifica di legittimità costituzionale delle norme modificative inserite dal legislatore.
I piani di riequilibrio sono stati introdotti dal decreto legge 174/2012 e, nella sua versione iniziale era stata accompagnata da una speciale tutela prevista per il responsabile finanziario, risultante il guardiano del bilancio. In particolare era previsto che il responsabile finanziario avrebbe potuto essere revocato dal suo incarico esclusivamente in caso di gravi irregolarità riscontrate nell’esercizio delle funzioni assegnate, prevedendo una procedura tipica secondo la quale il Sindaco o il Presidente del Consiglio Provinciale, in qualità di rappresentate legale dell’ente, prima di poter procedere alla revoca dell’incarico avrebbe dovuto acquisire parere obbligatorio del collegio dei revisori dei conti, con ciò limitando per questa figura professionale l’obbligo della rotazione dei dirigenti. Sempre il decreto, istituiva la procedura dei controlli interni, al fine di rafforzare in modo puntuale le possibili azione di tutela degli equilibri finanziari degli enti locali. In particolare gli enti locali avrebbero dovuto disciplinare in piena autonomia i seguenti controlli:
- controllo di regolarità amministrativa e contabile;
- controllo di gestione;
- il controllo strategico;
- il controllo sugli equilibri finanziari;
- il controllo sugli organismi partecipati;
- il controllo di qualità dei servizi.