L’istituto dell’avvalimento tra criticità e potenzialità. Utile strumento per superare la crisi economica post-COVID-19?
Gerardo Guzzo e Angelo Beati
L’istituto dell’avvalimento, disciplinato dall’art. 89 del d.lgs. n. 50/2016, da sempre ha rappresentato una sorta di “oggetto misterioso” forse per via dei suoi tratti caratteristici che lo rendono molto simile al subappalto. Inoltre, in quanto contratto sostanzialmente sconosciuto negli altri Paesi europei, per la sua particolare duttilità e flessibilità risulta essere uno strumento significativamente efficace in specie in tempi difficili come quelli attuali, pesantemente condizionati dagli effetti devastanti prodotti dal COVID‑19 sull’economia globale. Per tali ragioni, l’avvalimento potrebbe permettere alle società straniere di concorrere più facilmente alle gare pubbliche nazionali e quindi di agevolare l’implementazione del principio della massima partecipazione – di matrice europea e fatto proprio anche dal Legislatore interno – fornendo alle imprese italiane quei requisiti tecnico/finanziari necessari per poter competere per l’aggiudicazione di commesse pubbliche altrimenti non aggredibili.
In questo senso, l’impatto del contratto in parola sul tessuto economico interno, e dunque sullo stesso PIL, sarebbe molto elevato al punto da atteggiarsi a vero e proprio volano per l’intero comparto pubblico.
Lo scopo di questo lavoro, quindi, è proprio quello di evidenziare le potenzialità inespresse dell’avvalimento e, al contempo, indicare alcune modalità che consentano di superare le criticità del contratto in parola per come emerse nella pratica corrente.