Lo schedario della popolazione temporanea ai tempi dell’emergenza da Covid-19
Noemi Masotti
L’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha purtroppo investito il nostro Paese con conseguenze dolorosissime, soprattutto per la gravi perdite di vite umane ed ha coinvolto direttamente e a diverso titolo anche gli operatori dei servizi demografici, molti dei quali si sono trovati a dover far fronte al repentino incremento dei decessi e comunque a dover riorganizzare attività e servizi nel rispetto di disposizioni governative in continua evoluzione.
A fronte di questa situazione emergenziale, peraltro oggetto di informazione continua e in tempo reale da parte di tutti i mezzi di comunicazione, purtroppo l’atteggiamento dei cittadini in generale e degli utenti dei servizi demografici in particolare, non sempre è risultato corretto e consono né alle direttive, né alla situazione di emergenza.
In questo contesto, certamente difficile per tutti, anche gli ufficiali d’anagrafe sono stati sommersi di quesiti e richieste da parte dei cittadini di vario genere, da informazioni sui servizi garantiti, ai servizi on line, ecc.
In questa sede si vuole evidenziare, in particolare, l’aumento delle richieste di iscrizione “del domicilio” e/o di iscrizione nello schedario della popolazione temporanea, richieste che si sono registrate in molti comuni proprio durante il periodo dell’emergenza epidemiologica.
Tale improvviso aumento è presumibilmente conseguente, in particolare, a due fattori:
- da un lato, la cogente esigenza dei cittadini di regolarizzare la loro posizione anagrafica e, soprattutto, di giustificare la loro presenza in abitazioni e luoghi diversi da quelli di iscrizione anagrafica, al fine di evitare le sanzioni previste dal Governo per limitare gli spostamenti delle persone ai soli casi di effettiva necessità ed urgenza;
- dall’altro lato, la maggiore disponibilità di tempo delle persone per “navigare” sul web alla ricerca della soluzione veloce alle loro aspettative. Come spesso accade infatti, senza il filtro e l’apporto degli “addetti ai lavori”, tali comportamenti finiscono spesso per ingenerare errate convinzioni e diffondere altrettanto errate interpretazioni di norme, anche preesistenti, ma a lungo ignorate, come è accaduto appunto con le disposizioni anagrafiche relative allo schedario della popolazione temporanea….