Quando l’ospite è gradito ma non deve chiedere la residenza…
William Damiani
Quante volte l’ufficiale d’anagrafe si è sentito dire che il proprietario di casa non vuole concedere la residenza? Nel presente contributo cercheremo le soluzioni per impostare correttamente la procedura neanche alla luce delle disposizioni sull’occupazione abusiva di immobili.
Premessa
Il vero principio che costituisce l’architrave di tutto il sistema anagrafico è che le persone devono essere iscritte dove esse effettivamente abitano. Tale
regola è finalizzata a rendere rintracciabile la persona nei rapporti con le istituzioni e ad assicurare esigenze di certezza per i terzi con cui l’individuo
si relaziona.
Per garantire l’attuazione di questo principio la normativa anagrafica ha ritenuto di non fissare particolari condizioni per il riconoscimento della residenza. Il Ministero dell’interno nella circolare n. 8 del 29 maggio 1995 ha affermato che, ai fini dell’iscrizione anagrafica, non può essere di ostacolo la natura dell’alloggio, “quale ad esempio un fabbricato privo di licenza abitativa ovvero non conforme a prescrizioni urbanistiche, grotte, alloggi, roulottes”.
Tuttavia una serie di norme giuridiche e di prassi messe in atto da parte delle istituzioni pubbliche e di soggetti privati hanno finito per legare alla iscrizione anagrafica tutta una serie di agevolazioni di natura tributaria, patrimoniale ed economica. Questa centralità del requisito della residenza determina alcune volte una certa “ostilità” da parte del cittadino all’adempimento in modo corretto dei propri obblighi anagrafici, comportando di conseguenza un disallineamento più o meno marcato fra la situazione di fatto (dimora abituale) e la situazione di diritto (iscrizione anagrafica).
Tale sfasamento è talvolta alimentato dalla difficoltà da parte di alcuni soggetti di poter esercitare il loro diritto/dovere all’iscrizione anagrafica per la contrarietà manifestata dal proprietario dell’immobile in cui risiedono. Generalmente la reticenza del padrone di casa trova fondamento in un rapporto di locazione “irregolare” o nel timore che la registrazione della residenza finisca per attribuire all’ospite una sorta di diritto sull’abitazione.
In ogni caso tali problematiche hanno come risultato quello di rendere ancora più arduo il lavoro dell’ufficiale d’anagrafe, che spesso finisce al centro della lite fra l’ospite e il proprietario di casa.