Management pubblico: management del cambiamento
Angelo Tanese
Gestire il cambiamento in organizzazioni complesse e di grandi dimensioni come spesso sono le amministrazioni e le aziende pubbliche richiede un tipo di leadership fortemente orientata all’innovazione e alla gestione dell’incertezza, in grado di elaborare una visione, un clima di fiducia e di mobilitazione diffusa di energie dei propri collaboratori, che consenta di superare le naturali resistenze individuali e di gruppo e le componenti inerziali dell’organizzazione.
Il cambiamento nella pubblica amministrazione è tradizionalmente concepito come l’evento eccezionale, l’oggetto di un intervento una tantum. La pubblica amministrazione è l’ambito nel quale spetta al legislatore il compito di definire, attraverso provvedimenti di riforma, l’assetto istituzionale che ne determina il funzionamento. Il cambiamento pertanto, si identifica da un lato con l’atto normativo che introduce delle novità rispetto ad un modello preesistente e, di conseguenza, con l’attività di implementazione e adeguamento alle nuove regole.
D’altronde, come sappiamo, il nostro sistema amministrativo si è costruito su una base culturale e secondo un approccio di tipo giuridico-normativo, che tende a vedere l’organizzazione del lavoro come un insieme di regolamenti e norme relative all’articolazione delle funzioni, delle responsabilità e delle competenze, strettamente collegate alla disciplina del rapporto di pubblico impiego, anziché lo strumento per finalizzare i comportamenti degli attori al perseguimento degli obiettivi, e quindi come tale flessibile e contingente.
Allo stesso tempo, occorre dare atto che negli ultimi tre decenni sono state avviate e portate avanti molteplici iniziative volte a “modernizzare” la p.a., e in particolare a introdurre logiche di service management e di gestione per obiettivi, al fine di orientare maggiormente le amministrazioni alla soddisfazione dei bisogni dei cittadini e a più elevati livelli di performance, superando le rigidità di modelli di gestione più attenti alla formalizzazione degli atti che alla qualità dei risultati.