Vivere in apnea: ragazzi, scuola e connessioni virtuose
Giancarlo Cerini
Un tempo sospeso
Viviamo tutti in un tempo sospeso, con l’incertezza di un futuro migliore che sembra non arrivare mai, appesi alle curve dell’epidemia globale, in attesa dell’inafferrabile ‘contagio zero’. Ma noi adulti abbiamo gli anticorpi (almeno, li dovremmo avere) per far fronte in maniera razionale a un evento che si presenta per molti aspetti inatteso, ma che ha avuto antecedenti lontani e vicini: la spagnola nel 1919, e più di recente, la Sars, l’aviaria, Ebola, Zika ecc., purtroppo con ritmi pandemici sempre più veloci.
Ma i nostri ragazzi che ne sanno di tutto questo? Come vivono questo ‘tempo vuoto’ dell’attesa? Quale ruolo può avere il rapporto con compagni e insegnanti tramite la ‘didattica a distanza’ (Dad)? E quali nuovi legami di solidarietà si instaurano con i fratelli, con i genitori, con i nonni, spesso costretti a convivenze forzate? Quali nuove competenze e responsabilità si manifestano in questa situazione, pur così difficile? E come sarà il ritorno a scuola?
Non siamo stati in vacanza.
Ecco, non è stato un tempo di vacanza spensierata. È vero, spesso abbiamo notato ragazzi nascondersi dietro le webcam oscurate, quasi come gesto di sfida inedito. Ma a poco a poco le regole della netiquette digitale si sono fatte strada. In generale, la didattica a distanza ha funzionato meglio quando la scuola non ha pensato di replicare la giornata scolastica in presenza in una giornata didattica ‘virtuale’.
In questi tempi sospesi conta molto il legame, anche a distanza, che si riesce a coltivare tra adulti (gli insegnanti) e ragazzi (gli allievi), nelle loro domande, nei loro silenzi, nelle rassicurazioni, nell’incoraggiamento. Una buona scuola, in questa situazione, non si preoccupa solo dell’apprendimento dei suoi allievi, ma cerca di ricostruire una relazione empatica, come base sicura anche per stimolare curiosità cognitive, voglia di impegnarsi, per ridare senso allo studio e alla scuola “che non c’è”.
E il rapporto con la scuola, con un calendario di impegni prefissati giorno dopo giorno (senza l’ossessione di riempire tutte le ‘ore buche’) può svolgere la funzione di creare una nuova routine, un ritmo giusto per le giornate dei nostri ragazzi.