Ripensare le istituzioni ai margini. I limiti della governance territoriale, tra specialità urbana e aree interne
Enrico Carloni
Il saggio riflette sul problema del governo territoriale in Italia, da un punto di vista istituzionale, focalizzando l’attenzione sulle aree “non metropolitane”. Il sistema italiano si è sviluppato, specie in seguito alla riforma del 2014 e nella stagione della crisi economica, mostrando disattenzione alla questione del governo istituzionale dei territori meno densamente abitati.
Le riforme hanno così accompagnato un processo di perdita di competitività e capacità di sviluppo di larghe aree del Paese, oggetto di un processo di svuotamento ed abbandono dai chiari effetti sociali e di gestione del territorio: una questione che è sempre più avvertita e comincia a porsi con decisione nel dibattito pubblico. Un problema che, come viene spiegato, non può essere risolto solo da strategie di associazionismo tra piccoli Comuni e che richiede un nuovo investimento su politiche territoriali e attori istituzionali adeguati.
In questo contesto, in particolare, il lavoro si sofferma sui limiti di un approccio centrato sulle realtà metropolitane e su interventi “marginali” relativi alle “aree interne”, sull’efficacia ed i limiti delle politiche di fusione ed associazionismo locale, per riflettere quindi su un nuovo ruolo che può essere riconosciuto alle Province e quindi su un nuovo assetto differenziato e modulare del governo provinciale dell’area vasta, necessario non solo in ragione del (perdurante) fondamento costituzionale delle Province, ma soprattutto tenuto conto della loro utilità per “ricucire” il Paese.