Ripensare l’organizzazione pubblica: alla ricerca di nuove vie per migliorare la pubblica amministrazione italiana
redazione
È dai tempi del Rapporto Giannini (1979) che nel contesto italiano, sono stati fatti importanti sforzi volti a introdurre logiche di organizzazione e di management che rendessero le amministrazioni pubbliche più efficienti ed efficaci. Da allora i processi di riforma e le attività volte a introdurre strumenti di gestione per il miglioramento del funzionamento della pubblica amministrazione si sono basati, secondo l’ideologia del New Public Management, sull’introduzione di strumenti di management orientati in primo luogo sulla gestione delle risorse umane, introducendo sistemi di retribuzione variabile di merito, valutazione delle risorse umane, sistemi di formazione, sistemi di gestione basati sulle competenze, sistemi di programmazione e controllo di gestione, Performance Management, controllo strategico, sistemi informativi di carattere gestionale ed altre strumentazioni simili. Inoltre molte di queste strumentazioni manageriali sono state peraltro introdotte attraverso interventi normativi la cui implementazione è stata complessa e molto discussa.
Nonostante tutti gli sforzi profusi sia nella dottrina da parte degli studiosi, che nella pratica da parte dei dirigenti e di chi opera con la pubblica amministrazione, i risultati ottenuti non sembrano soddisfacenti, i dirigenti continuano ad essere “accusati” di non essere “manager” ma “burocrati” e la politica continua a proporre le stesse formule per annunciare riforme che generino consenso sicuro (semplificazione, caccia agli assenteisti, retribuzione variabili fortemente selettive, ecc.) attraverso dichiarazioni generiche e interventi specifici.
Per contro paradigmi innovativi, come per esempio la coproduzione, che pur sono praticati dalle amministrazioni non trovano supporto a causa dei forti limiti normativi esistenti e delle condizioni organizzative e gestionali atti a svilupparli.
All’interno di questo quadro riteniamo sia giunto il momento di interrogarsi su come superare questa lunga impasse, cercando di identificare nuove linee di intervento per il miglioramento della p.a. italiana.
A tale scopo la Rivista RUPA interpella studiosi e operativi della pubblica amministrazione allo scopo di presentare alla rivista, per la pubblicazione, articoli che sulla base di teorie ed esperienze pratiche aiutino a delineare ipotesi di ripensamento del funzionamento delle pubbliche amministrazioni e delle relative azioni di riforma o autoriforma degli enti. Lo scopo è individuare azioni e logiche di innovazione organizzativa e istituzionale e nuove policy per la p.a. italiana, che consentano di andare oltre le logiche adottate negli ultimi trent’anni. Il tema chiave è quello di rispondere alla questione: quali nuove logiche e strumenti possono essere introdotti nella p.a. italiana, diversi da quelli del passato, che consentano un effettivo processo di cambiamento nelle organizzazioni pubbliche? Quali nuove politiche possono essere adottate?
A tal fine si invitano studiosi e operatori della pubblica amministrazione a produrre dei propri scritti per esplorare possibili nuove linee di intervento in grado di ripensare la p.a. italiana e proporre possibili policy ai decision maker. I contribuiti possono prendere la forma di saggi brevi (max 2.500 parole) oppure di saggi più articolati secondo gli standard previsti per la rubrica accademia di RUPA.
I temi da affrontare sono quelli tipici della rivista, a titolo meramente indicativo possono essere:
· rafforzamento della funzione dirigenziale in chiave manageriale;
· modelli di leadership nella p.a.;
· etica nel settore pubblico;
· storia delle organizzazioni pubbliche;
· logiche di progettazione organizzativa nel settore pubblico sia nell’ente che tra enti;
· job design nella p.a.;
· smart work;
· sistemi di coproduzione e variabili organizzative;
· sistemi di partecipazione dei cittadini e trasparenza amministrativa;
· relazioni interpersonali nel settore pubblico;
· processi di change management;
· semplificazione e organizzazione;
· job crafting nella p.a.;
· relazioni sindacali;
· sistemi formativi;
· sistemi di reclutamento;
· utilizzo degli esperti e dei consulenti nella p.a.
Un convegno associato con questa special issue di RUPA sarà organizzato per gli autori che hanno ricevuto un invito a partecipare e durante il quale sarà rappresentata la sintesi complessiva dei contributi ricevuti.
Le modalità di submission dei contributi sono quelle standard di RUPA che possono essere trovate su https://www.periodicimaggioli.it/rivista/ru-risorse-umane-nella-p-a. I contributi verranno valutati dai componenti del comitato scientifico di RUPA, o se proposti per la sezione Accademia verranno valutati con doppio referraggio cieco.
La deadline per la submission è il 15 maggio 2020. I contributi ricevuti saranno pubblicati a partire dal n. 1/2020 di RUPA fino al numero 3. Domande e informazioni possono essere indirizzate a: Renato Ruffini (renato.ruffini@unimi.it).