La strumentazione tecnica e digitale utilizzata con il BIM
Pietro Farinati
Mi è stato chiesto: come spiegheresti il concetto di BIM in modo semplice? Ho risposto in questo modo: “È un protocollo, che nel settore dell’AEC non abbiamo mai avuto e che in tutti gli altri settori esiste da tempo (medicina e chirurgia, industria meccanica, ecc.). La sua applicazione ci garantisce che l’opera che andremo a costruire sarà mediamente di ottimo livello. Non il massimo ottenibile, ma mediamente di ottimo livello per le condizioni al contorno date”.
In che modo possiamo ottenere questi risultati? Tramite la modellazione delle informazioni, ossia la digitalizzazione delle stesse, attraverso un database collegato al nostro progetto tridimensionale parametrico, che possiamo considerare il digital twin dell’opera fisica.
Il “modello”, gemello digitale, contiene il database informativo consultabile di tutte le informazioni riguardanti l’opera nel suo life cycle building, dalla fase di design alla sua demolizione.
Il rilievo oggi
Negli ultimi anni l’evoluzione degli strumenti tecnologici ha portato a grandi innovazioni, soprattutto nel campo del rilievo edile e topografico. Basti considerare i notevoli vantaggi di precisione, tempo e costi che possono derivare da un rilievo effettuato con un laser scanner o un drone.
Vantaggi fruibili da tutti i tecnici, grazie soprattutto all’evoluzione dei software, che consentono di ricostruire la mesh tridimensionale dalle fotografie scattate dall’alto: gran parte del lavoro di elaborazione dei dati oggi può essere effettuata con software di semplice utilizzo, che rendono disponibili i dati in modelli 3D.
Nello specifico questi software consentono di trasformare i dati raccolti dagli apparecchi laser e fotografici in nuvole di punti, mesh tridimensionali, Modelli Digitali di Elevazione (DTM) e ortofoto georeferenziate; in altre parole, consentono di ottenere tutto ciò che è necessario per il rilievo degli edifici, la progettazione di infrastrutture nuove o la loro manutenzione.
Dalle Structure from motion (SfM) al modello BIM
Structure from motion (struttura dal movimento) è una tecnica di range imaging della computer vision e della percezione visiva, con cui si riesce a ottenere una struttura (modello tridimensionale) a partire da foto scattate da punti diversi.
Ai principi teorici di collinearità, intersezione di raggi proiettivi, calibrazione della fotocamera, si affiancano gli algoritmi tipici della visione robotica, che permettono di analizzare e correlare immagini digitali in modo veloce ed automatico.
Scopo della SfM è ottenere la nuvola di punti da cui poi si passerà al modello a mesh.